DEA Flavor liquidi per sigarette elettroniche 100% Made in Italy

Gennaio 15, 2016

Svapo: l'Italia c'è, sì ma...

Quello della sigaretta elettronica è sicuramente un mercato vivo e in espansione a livello mondiale, a testimoniarlo è la ricerca effettuata da Euromonitor International, la quale evidenzia una crescita globale nella vendita dei dispositivi da svapo fino a un record di 6,1 miliardi di dollari.

In questo panorama, la stessa ricerca, stila una classifica dei mercati più attivi e, se non sorprende che a condurre i giochi siano gli Stati Uniti, fa sicuramente notizia il fatto che l’Italia si trovi al terzo gradino del podio. Tenendo infatti in considerazione ciò che questo settore ha subito negli ultimi due (ormai quasi tre) anni, sembra impossibile che il nostro bel Paese possa trovarsi così in alto ed è sicuramente un dato degno di nota.

Ciò che lascia però l’amaro in bocca è che l’Italia, prima del 2015, occupava il secondo posto, dove ora si trova il Regno Unito. Il problema non è tanto la classifica in sé, quanto lo scambio di posizione tra questi due Paesi.
Svapo, l'Italia c'è, ma...Da una parte, infatti, c’è l’Italia con le sue politiche restrittive e la diffusione di notizie negative, talvolta quasi imbarazzanti: ci riferiamo, ad esempio, ad un fatto che destò clamore nel 2013, in cui si dichiarava che negli USA le ecig e i liquidi per sigaretta elettronica si dimostravano essere molto pericolosi e che “Fra le principali vittime ci sono bambini di età inferiore a 4 anni, che spesso per sbaglio si trovano ad ingerire queste sostanze” (l’estratto è preso come esempio, clicca qui per leggerelo tutto.) Ma cosa succederebbe se un bambino di 4 anni ingerisse per errore del detersivo? Eppure i liquidi per sigaretta elettronica sono dotati di chiusura childproof (quelli conformi), mentre molti detersivi non lo sono; ci domandiamo: è veramente informazione questa?
Dall’altra, invece, troviamo il Regno Unito, il cui governo sostiene l’utilizzo delle ecig al punto da avvalerne la prescrizione medica e trasmettendo notizie positive basate sui diversi test che hanno dimostrato la validità di questo prodotto. Mettiamo sempre in primo piano quello più recente effettuato dal “Public Health England” (vedi qui), secondo il quale le sigarette elettroniche sono del 95% meno dannose delle sigarette normali.

Anche il sito Vape Rank si sofferma sulla “discesa italiana” ritenendola un fatto molto indicativo, che definisce: “un chiaro esempio di come tassazioni e regolamenti eccessivi possano facilmente danneggiare un mercato in forte espansione a favore delle industrie del tabacco”. L’articolo prosegue poi riportando le parole di Shane MacGuill, senior tobacco analyst di Euromonitor, il quale non vuole sbilanciarsi nell’affermare che la crescita dell’utilizzo dell’ecig sia legata soprattutto all’idea che aiuti a smettere di fumare, ma afferma comunque che nei mercati più grandi, proprio come quello anglosassone, sembra che tale motivazione abbia forti correlazioni con questo trend positivo.

In Italia continueremo a dire che la sigaretta elettronica uccide i bambini?